“esistono soltanto due cose: scienza ed opinione. La prima genera conoscenza, la seconda ignoranza”
(Ippocrate)
IL SEGUGIO ITALIANO NON E’ IL POINTER!
Il mio “ Il segugio italiano: il meraviglioso” ha sortito una serie numerosa di commenti ed è stato interpretato con varie sfumature. L’importante è che l’ambiente si sia mosso ed il torpore cinofilo abbia ricevuto un scarica di adrenalina che potrebbe essere salutare per il SEGUGIO, per tutti i SEGUGI. Con rammarico osservo l’assoluto silenzio della classe giudicante, che trincerandosi dietro ad una comunicazione dell’ENCI, che nulla ha a che vedere con la libera ed educata e doverosa, aggiungo io, interazione dialettica, preferisce, come per altro ha sempre fatto!!!!, non scrivere nulla e non contribuire a quel sano dibattito che fa crescere tutti. Il silenzio assordante dei giudici non fa loro per nulla onore. Essendoinfatti gli attori protagonisti, insieme ai segugi ed ai loro allevatori, del processo selettivo hanno il dovere e l’obbligo etico di manifestare il loro pensiero per addivenire a soluzioni zootecnicamente percorribili. D’altra parte devo, amaramente, osservare che ben pochi di loro, da sempre!!, si cimentano e si confrontano con la fatica di mettere su carta le loro opinioni o riflessioni.
Sorge il dubbio che non ne siano all’altezza ed allora la massima di Ippocrate sia loro di stimolo!
Speriamo!!!.
Artatamente molti hanno voluto travisare il mio pensiero; ma quello che ho scritto è di una chiarezza incontestabile. E’ evidente che la verità è un boccone amaro e si fa di tutto pur di non ingoiarlo…..ma la storia è lì scritta. Sfogliando i Segugi, la nostra rivista, dal numero 1 ad oggi ho ripercorso le tappe che io sinteticamente ho citato nel mio articolo. Fotografie eloquenti di campioni assoluti che di segugio italiano non hanno nulla e che non corrispondono allo standard solariano, tanto osannato.
Ed è proprio questo il punto sul quale mi voglio soffermare!
Lo Standard di una razza è il punto di riferimento per adempiere alla selezione della razza stessa.
Questo non può essere interpretato ne tantomeno ignorato!
Ebbene, pur non condividendo io tale standard, in quanto lo ritengo anatomicamente “impossibile”, e poi spiegherò perché, ritengo che sia dovere degli amanti del segugio italiano e dei giudici abilitati a giudicarlo, rispettarlo e cercare in tutti modi di arrivare ad un segugio come quello descritto nello standard.
Pur mettendoci tutta la mia buona volontà, però, vedo pochissimi soggetti che anche solo si AVVICINANO a tale chimera!
Da qui ne deduco che tale standard non è adeguato alla sua funzione in quanto irrealizzabile il prototipo che esso rappresenta.
Chi si scaglia contro di me contestandomi il fatto che io contesto tale standard mi dimostri il contrario facendomi vedere anche solo due segugi che rappresentino lo standard del Solaro!
Non pensate che sia una provocazione la mia! No non lo è!
Non lo è nella maniera più assoluta!!!.
Il segugio italiano è una razza che ho nel cuore e gli voglio troppo bene perché io possa continuare a fargli sopportare ancora le angherie zootecniche che ha subito, e continua a subire, a causa di uno standard inadeguato e irrealizzabile.
Ritengo che gli amanti del segugio italiano dovrebbero, per amore del loro cane, guardare con coraggio la realtà delle cose, essere un po’ più pragmatici, concreti, e prendere gli opportuni provvedimenti.
Vi sono molti buoni ed anche ottimi segugi italiani, sia come costruzione che come doti psico-attitudinali (caccia), ma da lì a dire che rappresentano lo standard del Solaro ce ne passa……!
Rappresentano, in verità, il prodotto di tutta una serie di interventi zootecnici effettuati dai cultori della razza che hanno costruito un segugio italiano funzionale ma che ben poco ha a che fare con il segugio del Solaro.
Voglio fare alcune considerazioni e prendere in esempio alcune parti anatomiche del segugio italiano per farmi capire meglio:
ORECCHIO: un siffatto orecchio (quello dello standard) è anatomicamente inconcepibile su una testa dolicocefala, con assi cranio facciali divergenti, come quella del segugio italiano rappresentato. Le leggi della fisica non consentono tale struttura anatomica. Bisognerebbe inamidare, come si fa con il colletto delle camice, l’orecchio e, forse, solo allora, si arriverebbe ad avere l’orecchio descritto nello standard:
“L'inserzione dell'orecchio è a livello dell'arcata zigomatica o leggermente sotto, deve essere pendente e presenta una torsione che porta avanti tutto l'orecchio non permettendogli di rilassarsi ne di accartocciarsi. L'orecchio è di forma triangolare, piatto in quasi tutta la sua lunghezza e molto largo, l'apice deve terminare in una punta stretta, mai largamente arrotondata, detto apice o punta, si torce leggermente verso l'interno. L'orecchio è lungo all'incirca il 70% della lunghezza totale della testa e la sua larghezza nel punto di massima larghezza è poco più della metà della sua lunghezza.”
GARRESE: troppo elevato per un cane che non è un galoppatore puro e che è nato, anche, per microsfonare tracce ed uste sul terreno.
COSTRUZIONE nel quadrato: è peculiare sempre dei grandi galoppatori puri (POINTER) non dei segugi.
Tutto questo nasce perché il Solaro, quando vergò lo standard con il celebre disegno, altro non fece che rifarsi alle sue OSSERVAZIONI ALLO STANDARD DEL POINTER razza che lui amava ma che nulla aveva a che fare con il segugio…tanto più il nostro segugio italiano!!!
Da qui tutto quello che è arrivato poi e capite benissimo che il patrimonio zootecnico che abbiamo oggi è una grande ricchezza se dobbiamo considerare questi presupposti.
Nel bene e nel male oggi abbiamo un segugio italiano presente nella penisola in gran numero, con una grande variabilità e di buon livello.
Potenza dell’empirismo segugistico che è riuscito a forgiare un segugio italiano funzionale nonostante tutti….i vari soloni che hanno pontificato sul nulla.
Fiumi di parole, infatti, ma:
·Non esistono orecchi come quelli descritti nello standard
·Pochissimi sono i segugi perfettamente nel quadrato.
·Segugi con un garrese ed una costruzione generale come quello rappresentato nel disegno sono molto rari e comunque non consoni al lavoro che devono svolgere.
Da sempre gli utilizzatori del nostro cane lo hanno capito ed hanno plasmato un segugio in carne ed ossa, un segugio vero atto alla seguita e non alla corsa, non al galoppo puro, che è in antitesi con quello che deve fare un segugio!
E cioè:
·Attività ed accortezza nella ricerca della passata notturna… che non viene fatta al galoppo!
·Accostamento….. che non viene fatto al galoppo!
·Scovo…. che non viene fatto al galoppo!
·Inseguimento……che non sempre è fatto al galoppo!
La conclusione che modestamente consiglio è semplice;
si proceda con un serio progetto di allevamento nazionale, che è quello che la SIPS in collaborazione con l’ENCI ha approntato, con il supporto tecnico-scientifico del mondo universitario, che faccia il punto sulla nostra razza.
Affrontare la realtà con coerenza non vuol dire abiurare il passato ma bensì fare tesoro delle esperienze fatte per migliorare….Il SEGUGIO ITALIANO......IL MERAVIGLIOSO!
GIAN CARLO BOSIO